Nelle ultime settimane ho ricevuto tutte queste domande. Da amici, parenti e persino dai follower su Instagram. Ma sei ancora in Olanda? Quando tornerai a Roma? Ma torni a Roma o rimani in Olanda? Hai ancora la tua casa a Roma? Beh, sono rimasta in Olanda un po’ più a lungo di quanto previsto inizialmente, ma ora sono tornata a Roma. Dove mi aspettava un delizioso brunch con gli amici non appena il mio aereo è atterrato ieri, dove questa settimana ammirerò per la prima volta la bambina appena nata di una mia amica italiana, dove domani, l’otto marzo, si presterà molta attenzione alla Giornata Internazionale della Donna, ma dove, allo stesso tempo, la guerra in Ucraina non è mai lontana e domina ogni pensiero della gente.
Credo che tutti abbiano provato la stessa cosa la scorsa settimana: come sembra irrilevante preoccuparsi di cosa cucinare per cena stasera, quando più di un milione di ucraini hanno dovuto lasciare le loro case
Ed è proprio per questo che non mi è molto facile scrivere un blog oggi. La mia idea originale era di parlare della Giornata Internazionale della Donna e di quanto sia celebrata in Italia. Di come i mazzi di mimose, il fiore tradizionalmente associato alla festa della donna, saranno esauriti in ogni singola fioreria domani, perché tutti gli uomini italiani li stanno comprando per le loro mogli, fidanzate, madri, sorelle e figlie. Tuttavia, per quanto sia incredibilmente importante questo giorno, anche questo è oscurato ora da qualcosa di più importante e urgente: tutte le persone colpite dalla guerra in Ucraina. Credo che tutti abbiano provato la stessa cosa la scorsa settimana: come sembra irrilevante preoccuparsi di cosa cucinare per cena stasera, o di festeggiare un compleanno, o di andare in palestra, quando più di un milione di ucraini hanno dovuto lasciare le loro case, le loro famiglie e le loro città, completamente incerti su cosa porterà il domani. Quando abbiamo festeggiato il Carnevale con migliaia e migliaia di persone la settimana scorsa, quella libertà di fare festa si è sentita ancora più speciale del solito, e nel mio blog ho espresso la speranza che combatteremo sempre il buio con i colori più brillanti.
Anche qui la gente è scesa in piazza in massa, da Roma a Bologna e da Milano a Napoli, per protestare contro una guerra vile e per chiedere la pace
Come nei Paesi Bassi e in molti altri paesi, anche in Italia vengono organizzate grandi iniziative di beneficenza per sostenere i rifugiati dall’Ucraina. Anche qui, la gente sta portando ogni tipo di rifornimento a indirizzi designati, da dove coraggiosi volontari li porteranno ai confini dell’Ucraina. Anche qui la gente è scesa in piazza in massa, da Roma a Bologna e da Milano a Napoli, per protestare contro una guerra vile e per chiedere la pace. Sia in Olanda che in Italia, ho visto persone che portavano girasoli, il simbolo nazionale dell’Ucraina. In momenti come questo, quando quasi tutto il mondo si unisce nello stesso obiettivo – aiutare i rifugiati ucraini – le distanze sembrano ridursi e le nostre differenze scompaiono. Si dice così spesso ed è così vero: ci sono cose belle da scoprire in ogni situazione, non importa quanto buia possa essere. Come piccole luci di speranza. Per quanto la nostra società possa essere sembrata polarizzata durante la pandemia – non era diverso nei Paesi Bassi o in qualsiasi altra parte del mondo – ora siamo più vicini che mai.
Abbracci la solidarietà che sta nascendo, e tenetela stretta
Continui a cercare le cose buone questa settimana, e le celebri. La primavera che è arrivata e il sole che splende. Brunch spontanei con cari amici che si trasformano in pranzi e aperitivi. Un caffè al sole. Goditi la nuova vita, in qualsiasi forma. Abbracci la solidarietà che sta nascendo, e tenetela stretta. Per poter inondare il mondo di mimose e girasoli.