È di nuovo lunedì e sto bevendo il mio cappuccino in un bar romano nella mia strada mentre apro il mio portatile per scrivere questo blog. Leggo i pezzi che ho scritto sull’aereo questa mattina. Oggi ci vuole un po’ prima di trovare l’ispirazione giusta. Questi ultimi tre giorni sono stata in Olanda e questi tre giorni sono stati pieni di ogni tipo di cose divertenti con la famiglia e gli amici. Di conseguenza, non ho rallentato nemmeno un minuto, figuriamoci se ho avuto il tempo di pensare al blog di questa settimana.
Sono rimasta subito colpita, perché non avevo mai visto un posto italiano così perfetto – una combinazione di bar, traiteur e ristorante – fuori dall’Italia. Ogni dettaglio era giusto
Lascio i miei pensieri volare ai quelli giorni passato in Olanda. Venerdì mattina, io e mio padre ci siamo trovati a Sittard, una bella cittadina del sud, così ho deciso di cogliere l’occasione per fare un salto da Soffritto, un locale italiano. Io e la proprietaria ci siamo conosciute via Instagram, e abbiamo finalmente avuto modo di conoscerci di persona. Sono rimasta subito colpita, perché non avevo mai visto un posto italiano così perfetto – una combinazione di bar, traiteur e ristorante – fuori dall’Italia. Ogni dettaglio era giusto. Tutte le bevande nel frigo – dalla marca di tè freddo alle birre – erano italiane, e anche la radio era sintonizzata su una stazione italiana, facendo risuonare un “Buongiorno!” forte e felice in tutto il locale. All’interno, ci si dimentica letteralmente di essere in Olanda. Il cappuccino che ho preso lì era perfetto, ovviamente, e dopo un’occhiata al loro cibo appena preparato, abbiamo deciso di portare a casa la pizza romana al taglio e gli arancini siciliani per pranzo.
Quando siamo tornati a casa verso mezzogiorno, ho trovato mia madre in cucina, che stava già tritando il sedano per il soffritto
Ma quando siamo tornati a casa verso mezzogiorno, ho trovato mia madre in cucina, che stava già tritando il sedano per il soffritto, il classico mix italiano di carota, cipolla e sedano e per coincidenza anche il nome del posto italiano dove ero appena stata. È la base di diversi piatti, tra cui la famosa lasagna. Ho scritto la ricetta della scuola classica di Bologna per mamma durante il primo lockdown e da allora è sul menu ogni volta che sono in Olanda. Una cosa di cui non mi lamenta per niente.
La mia squadra, composta da zie, zii e cugini ha subito detto di volere un nome di squadra italiano, così è nato il poco originale ma dal bel suono La Squadra Bella
Sabato è stato il momento della nostra annuale festa familiare con la famiglia di mio padre. Ogni anno c’è una specie di gara, e anche questa volta siamo stati divisi in quattro squadre. La mia squadra, composta da zie, zii e cugini ha subito detto di volere un nome di squadra italiano, così è nato il poco originale ma dal bel suono La Squadra Bella. Purtroppo non abbiamo vinto il titolo come ha fatto l’altra squadra bella, la nazionale italiana, lo scorso luglio, ma non è stato certo il nostro fanatismo a impedirci di vincere.
La sera, eravamo nel bel mezzo dell’annuncio dei punteggi del pub quiz quando mia zia disse che aveva bisogno di me immediatamente “perché tu parli italiano”
La sera, eravamo nel bel mezzo dell’annuncio dei punteggi del pub quiz quando mia zia disse che aveva bisogno di me immediatamente “perché tu parli italiano”. Il catering era arrivato e furono portate un sacco di pizza (formato famiglia) e vassoi giganteschi pieni di gnocchi alla sorrentina, tortellini e lasagna. Anche le misure delle porzioni erano ovviamente fatte secondo gli standard italiani, e non c’era modo di finire quella quantità di cibo quella sera. Quindi, indovina cosa molti parenti della mia famiglia, me compreso, hanno avuto per cena anche il giorno dopo?
L’ora successiva è stata piena di storie di degustazione di vini, il Brunello famoso in tutto il mondo, bellissimi panorami, e strette strade di campagna che i tassisti percorrevano con una velocità folgorante
Domenica pomeriggio ho finalmente rivisto i miei cari amici nell’accogliente caffè du Pont a Roermond, la mia città natale. Erano stati in vacanza insieme quest’estate nella Val d’Orcia in Toscana, dove anch’io sono stata qualche giorno a giugno. Si è scoperto che avevano visitato esattamente gli stessi posti che avevo visitato io: Montepulciano, Pienza e Montalcino, così appena sono arrivata, hanno iniziato con entusiasmo a condividere le loro esperienze. L’ora successiva è stata piena di storie di degustazione di vini, il Brunello famoso in tutto il mondo che ha trasformato uno dei ragazzi, un superfan di birra, in un preciso conoscitore di vini, bellissimi panorami, e strette strade di campagna che i tassisti percorrevano con una velocità folgorante. Va da sé che anche i miei stessi ricordi del mio periodo in Val d’Orcia sono tornati tutti alla mente.
Le ho raccontato tutto e tutte le sue domande entusiaste mi hanno fatto rivivere di nuovo quel periodo speciale
Dopo un’ora ci raggiunse un’altra cara amica, che non vedevo da troppo tempo. Così tanto, infatti, che non aveva ancora sentito nessuna delle mie storie sull’Eurovision Song Contest, e sul gruppo Mäneskin in particolare. Le ho raccontato tutto e tutte le sue domande entusiaste mi hanno fatto rivivere di nuovo quel periodo speciale. Mi ha anche fatto capire quanto speciale sia già stato quest’anno finora.
Il proprietario del bar è passato per un attimo e mi ha detto: “Allora, com’è stato il tuo weekend in Olanda? Ti deve essere mancata molto l’Italia!”
Ma come sempre, weekend come questi volano via e prima che me ne accorgessi, mi stavo dirigendo di nuovo verso l’aeroporto. Quando sono arrivata a Roma, ho deciso di uscire immediatamente per un caffè e per scrivere questo articolo. E quindi, eccomi qui, al bar. In quest’ultima ora ho scritto con entusiasmo questo blog. Ma da dove è venuta la mia ispirazione allora? Beh, il proprietario del bar è passato per un attimo e mi ha detto: “Allora, com’è stato il tuo weekend in Olanda? Ti deve essere mancata molto l’Italia!”. Eh, che dire? Anche se mi piacerebbe prendermi una pausa dalla vita italiana ogni tanto, è quasi una missione impossibile. Oh, e ti ho detto che il sole splendeva in un cielo azzurro brillante anche in tutti quei tre giorni?